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In questa tesi io contestualizzerò le elaborazioni di Niccolò Machiavelli sulla Fortuna nel Principe (1532). Attraverso una analisi critica dello sviluppo storico-filosofico del concetto della Fortuna, dimostrerò che queste discussioni machiavelliane sono state molto influenzate da scrittori precedenti. Nello stesso tempo, la concezione machiavelliana della Fortuna rimane molto innovatrice, un fatto confermato dalle tracce della sua scrittura che si trovano in altre opere ed altri contesti storici. Nell'Introduzione, "Machiavelli e la continuità storico-filosofica della Fortuna", presenterò alcuni elementi che saranno chiavi per le mie elaborazioni contenutistiche: Il Principe di Machiavelli, la Fortuna, la metodologia critica intertestuale e, infine, l'argomentazione più profonda di questa tesi: il chiarimento di alcuni punti della percezione critica dello sviluppo storico del concetto dell'azione umana, come questo viene illustrato nel discorso intellettuale sulla Fortuna. Nel Capitolo I, "Machiavelli: un figlio fortunato della tradizione classico-medievale", tratterò il rapporto fra Machiavelli ed il suo passato attraverso un paragone fra le opere di Aristotele, Boezio, Dante e lo stesso autore del Principe. In particolare, a differenza di critici come Thomas Flanagan, che scrive, "[Dante's] opinions on fortune were still distinctively medieval" (132), argomenterò che la visione dantesca non era paralizzata in una concezione medievale della Fortuna. Sottolineerò i legami fra la Fortuna dantesca e quella machiavelliana – legami che servono, nello stesso tempo, ad allontanare la visione dantesca da quella di Boezio. Cioè, già nelle opere di Dante si può vedere il germe della concezione machiavelliana della Fortuna. Ma lo sviluppo della Fortuna non è stato lineare dopo la pubblicazione del Principe nel 1532. Nel Capitolo II, "Figlie sfortunate: Machiavelli, il genere ed il Seicento francese", sottolineerò una tensione seicentesca francese fra due perspettive sulla funzione della Fortuna. Da una parte, filosofi e scienziati maschili hanno provato a controllare il caso – oppure, la Fortuna. Il lavoro di Blaise Pascal con le teorie della probabilità è esemplare di questo tipo di lavoro in accordo con la proposta machiavelliana di controllare la Fortuna. Da un'altra parte, molte figure letterarie e femminili – cioè, che si oppongono alla mascolinità prepotente – scrivono contro la capacità umana di controllare la Fortuna. Ad esempio, Madeleine de Scudéry scrive nel suo Clélie, histoire romaine: « [La] fortune se moque de la prévoyance des plus habiles » (5: 475); « [La] fortune se moque de la prudence humaine » (5: 505). Paragonando queste perspettive, elaborerò alcuni degli elementi sociale – cioè, scienza o filosofia contro letteratura e mascolinità contro femminilità – che tendono a contribuire all'interpretazione personale delle elaborazioni machiavelliane sulla Fortuna. Nella Conclusione, "Figli fortunati: Machiavelli ieri ed oggi," confermerò l'argomentazione più profonda di questa tesi e l'importanza della metodologia critica intertestuale. Poi, indentificherò le numerose direzioni future possibili di questo studio e le domande più pertinenti che meriteranno più riflessione. Concluderò per presentare riflessioni sulla praticità contemporanea della mia analisi. Malgrado la distanza cronologica dei testi studiati in questa tesi, numerosi elementi rimangono pertinenti oggi. |
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